Il settore automotive, soprattutto dal lato dei consumatori, è stato caratterizzato per lungo tempo da formule commerciali tradizionali, essenzialmente centrate sulla compravendita dei veicoli e sulla loro proprietà. Nei mercati sviluppati come il Regno Unito e gli Stati Uniti, tuttavia i modelli di proprietà vengono sostituiti da modelli basati sull’abbonamento. I consumatori, complice anche la crisi economica che stringe i rubinetti della liquidità, scelgono di iscriversi tramite abbonamento a tanti servizi che prima acquistavano, dai pacchetti di telefonia mobile alle lamette da barba… Ora anche l’industria automobilistica inizia a seguire questo trend sviluppando le proprie offerte di abbonamento, secondo criteri di forte personalizzazione.
L’AUTO: DA PROPRIETÀ A SERVIZIO
Le aziende automobilistiche stanno rapidamente evolvendo dalla produzione e dalla vendita di automobili a una società di trasporti basata sulla tecnologia che offre soluzioni di mobilità multimodale che offrono connettività e personalizzazione dell’auto.
Oggi quindi siamo di fronte all’affermarsi di un modello di “Car as a Service” basato oltre che sul valore del prodotto automobilistico in quanto tale anche sulle sue possibilità di integrazione con nuove soluzioni e servizi di mobilità. Nuove tecnologie digitali e diffusione della connettività stanno adeguando strategie di marketing e ridefinendo le abituali modalità delle case automobilistiche e delle società di noleggio.
Il servizio Car-as-a-Service sarà guidato da mobilità, servizi connessi e aggiornamenti di valore aggiunto con nuovi modelli di business basati sui flussi di dati.
Il Car as a Service porterà ad una generale riduzione del numero dei veicoli sulle strade e, nel caso del mercato delle flotte, ad una riduzione delle auto aziendali. In realtà, invece, cambiano i paradigmi e cambia il concept stesso della mobilità, sia personale che aziendale, che sempre più evolve dalla proprietà alla fruizione dei mezzi, in direzione di formule di utilizzo on demand e di modalità pay-per-use.
IL FUTURO È GIÀ ARRIVATO
Infatti entro il 2025-26, i programmi di abbonamento ai veicoli potrebbero rappresentare circa il 10% di tutte le vendite di veicoli nuovi negli Stati Uniti e in Europa. Gettare le previsioni di oltre 16 milioni di veicoli che fanno parte dei servizi di abbonamento di veicoli entro il 2025 e di 1 automobile su 5 in un’offerta di abbonamento è una significativa novità e non sorprende che produttori di automobili, gruppi di concessionari automobilistici, aziende di manutenzione e riparazione auto, compagnie assicurative, start-up tecnologiche, aziende AI, società finanziarie e, soprattutto, clienti credano già oggi in una nuova tendenza in continua espansione.
Nel comparto delle flotte questi cambiamenti sono pienamente evidenti. Il noleggio che era inizialmente solo un servizio finanziario, già da tempo consente ai clienti di esternalizzare la proprietà e l’intera gestione dei loro veicoli ed anche i contratti di noleggio a lungo termine diventano sempre più flessibili per soddisfare le diversificate necessità di mobilità del personale nelle aziende. Lo testimoniano fenomeni come il ride sharing, il car sharing ed il car pooling che corrispondono appunto al modello di Car as a Service.
Il Car as a Service è un modello di mobilità in evoluzione, che vede l’affacciarsi di nuove generazioni di servizi e prodotti sempre più orientati alle esigenze di efficienza e di sostenibilità della mobilità aziendale. Ed anche l’offerta delle case automobilistiche per il mercato delle flotte, in termini di innovazione tecnologica e di compatibilità ambientale, deve tenere in debito conto questo nuovo quadro di opportunità.
LE ASSICURAZIONI?
Questa crescente innovazione coinvolge anche l’innovazione nei prodotti assicurativi con l’esplosione della trasformazione digitale nel mondo automobilistico. Un esempio calzante è l’assicurazione basata sull’uso.
L’assicurazione basata sull’utilizzo è un tipo di polizza di assicurazione auto direttamente collegata all’uso effettivo del veicolo ed è quindi consentita dalla presenza nel veicolo stesso di un dispositivo connesso che monitora l’uso del veicolo.
Secondo un recente rapporto Markets-and-Markets, il mercato per questo tipo di politica avrà un valore di oltre 95 miliardi di dollari entro il 2025.
In questo mercato, si stima che le polizze PAYD – Pay-As-You-Drive (un altro modello è PHYD – Pay How You Drive) rappresentino il segmento potenziale più elevato, grazie a diversi fattori quali la facilità di implementazione, la mancanza di complessi algoritmi da sviluppare, competitivi rapporti costi-efficacia per assicuratori e consumatori. In secondo luogo, la polizza PAYD incoraggia i consumatori a guidare meno e in modo eco-compatibile, riducendo le emissioni dei veicoli e contribuendo agli sforzi ambientali globali. Meno guidano le persone, più i rischi accidentali associati ai conducenti si riducono.
Le polizze PAYD rappresentano un vantaggio per tutti: per la società e per i conducenti più responsabili, per la protezione del clima, per la congestione e altri danni legati alla guida; il tutto riducendo i costi assicurativi per la maggioranza dei conducenti.
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