Il digital è sempre più diffuso, presente e vincolante per la vita quotidiana. Nonostante le tante comodità di social e web, siamo esposti anche a nuovi rischi – che almeno ora iniziano ad essere riconosciuti nella loro criticità. Gli attacchi informatici nel mondo oggi pesano per 600 milioni di dollari ogni anno, ma la cifra è inevitabilmente destinata a salire. Anche perché i privati saranno sempre più colpiti.
Data-breach, ransomware e hackers sono termini sempre più familiari, ma i brand finanziari, assicurativi e compagnie di comunicazione mobile possono raccogliere la sfida e trasformarla in opportunità, guadagnandosi la fiducia dei consumatori – esattamente come indica la nostra visione “Fuel your Future”.
È quanto emerge dall’ultima indagine “Emergenza Cybercrime: guadagnarsi la fiducia dei consumatori di fronte alle minacce online” condotta su oltre 13.000 persone in 12 Paesi, di cui 1.000 intervistati in Italia.
I danni causati dai cyber criminali possono essere gravi e difficili da risolvere: non implicano solo rischi economici, ma spesso possono essere sotto attacco l’identità, la sicurezza personale, la reputazione e le prospettive di lavoro.
Nell’ultimo anno la preoccupazione per il cybercrime è aumentata in tutti i paesi analizzati: il Brasile guida la classifica (87%) seguito dagli USA con il 75% di intervistati preoccupati.
In Europa, il livello di Francia, Spagna, Italia e Regno Unito si attesta tra il 60 e il 73%, in netto contrasto con i paesi nordici, in cui si registra un livello relativamente più basso, con ad esempio il 40% in Svezia ed il 42% in Finlandia.
In Italia, dove la preoccupazione si attesta al 63%, il 39% degli intervistati ha subito un reato o conosciuto una vittima del cybercrime (in linea con la media globale).
Gli italiani sono più preoccupati dal furto d’identità (81%) e dall’hacking dei social media (80%). Tra i crimini più temuti seguono poi le transazioni fraudolente bancarie o su carta di credito (71%), false chiamate, mail e sms (70%), il furto dell’account e gli acquisti online fraudolenti (68%).
Il furto dell’account e quello d’identità sono i crimini informatici in cui la preoccupazione è cresciuta maggiormente negli ultimi 12 mesi.
L’INTELLIGENCE ALZA LA GUARDIA
Nella relazione annuale dei servizi di intelligence sulla politica dell’informazione per la sicurezza, si legge che “la tipologia di attori ostili, anche nel 2017 ha trovato conferma il trend che vede nei gruppi hacktivisti la minaccia più rilevante in termini percentuali, con il 50% degli attacchi a fronte del 14% riferibili a gruppi di cyber-espionage. Entrambe le categorie hanno fatto registrare una flessione (rispettivamente, pari al -2% ed al -5%), a fronte di un aumento dei cd. ”attori non meglio identificati”, che si sono attestati al 36% delle incursioni cyber. Elevato si è mantenuto, infatti, il numero complessivo di eventi per i quali non è stato possibile disporre di elementi univoci in termini di attribuzione e che, pertanto, sono stati inseriti sotto tale categoria”.
IL PUNTO DI VISTA DELLE ASSICURAZIONI
Il mercato mondiale assicurativo contro i danni digitali vale oggi 4,5 miliardi di dollari ed è probabile che arrivi a 10 miliardi entro il 2020. Secondo Swiss Re, compagnia svizzera di riassicurazione, il solo segmento delle polizze individuali sulla cybersecurity potrebbe arrivare a valere più di 3 miliardi di dollari entro il 2025. Tanto è vero che già oggi quasi due persone su tre sono disponibili ad assicurarsi contro i danni digitali.
Secondo una rielaborazione dei dati da parte di Swiss Re, nel 2017:
- Si sono verificati 978 milioni di attacchi informatici a singoli individui in 20 diversi Paesi del mondo,
- Sono stati rubati 172 miliardi di dollari (in media 142 dollari a testa)
- Il 60% dei teenagers è stato vittima di fenomeni di cyberbullismo
- Nel 2016 si sono registrati 1,1 miliardi di furti di identità digitali.
Il sondaggio di ha dimostrato come più di quattro persone su cinque (81%) abbiano timore di accesso illecito ai loro dati finanziari, tre su quattro temono per la loro identità digitale (75%), mentre il 69% ha paura di perdere dati a causa di problemi tecnici e il 59% è preoccupato che i propri dati possano essere pubblicati in rete.
Tra i privati:
- Il 60% si è dichiarato disponibile ad assicurarsi contro i danni da attacchi informatici.
- Il 63% la vorrebbe aggiungere ad una polizza esistente.
- Il restante 37% la vorrebbe creare ex-novo.
- Curiosamente, due donne su tre e solo la metà degli uomini. In particolare, quasi un intervistato su due vorrebbe che nelle polizze assicurative contro i danni da cybercrime fossero messi a disposizione servizi di alert automatico in caso di pericolo, assistenza legale 24 ore su 24, un “training” generale sulla cybersecurity e un analisi sul proprio livello di rischio, mentre il 61% vorrebbe avere sempre a disposizione un servizio di assistenza tecnica non-stop.
- Quattro persone su cinque sarebbero pronte ad acquistare la polizza online.
- Solo il 20% vorrebbe farlo attraverso un incontro face-to-face.
In qualità di specialisti del Risk Management, la gestione del nostro rischio interno ha assunto una funzione strategica e competitiva, consentendoci di poter fornire anche ai nostri Clienti una completa e qualificata consulenza, per la protezione dagli attacchi informatici, per garantire la sicurezza dei dati e l’attuazione di corrette procedure contro il cyber risk.
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