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Affrontare l’ignoto

Affrontare l'ignoto - PCA Consultative Broker
Affrontare l'ignoto - PCA Consultative Broker

Vi proponiamo la lettura integrale dell’intervista a Giovanni Roncaglia, il nostro Global Business Manager, pubblicata sul report “Risk Frontiers Europe” di Commercial Risk, il punto di riferimento per approfondimenti dal mondo Brokerslink.

Giovanni Roncaglia, global business manager di PCA S.p.A., un’affiliata di Brokerslink in Italia, ha parlato con Liz Booth delle sfide poste dal Covid-19, in particolare l’impatto sulle supply chain e gli effetti a catena per il settore assicurativo.

Secondo il virologo Dennis Carroll, nonostante i paesi più industrializzati del mondo abbiano le risorse e le conoscenze per affrontare la nuova epidemia, hanno subito “un disturbo da deficit di attenzione su scala globale”.

“Qualche anno fa ho comprato il libro Spillover. Dopo averlo letto, ero convinto che nuove pandemie sarebbero state inevitabili, ma ero anche fiducioso nella pronta risposta del nostro mondo a un simile evento; purtroppo ho dovuto cambiare idea“, ha detto a Commercial Risk Europe Giovanni Roncaglia, global business manager di PCA S.p.A., un’affiliata di Brokerslink in Italia.

Abbiamo compreso che il modo in cui effettivamente affrontiamo il rischio spesso non coincide con le misure che dovremmo adottare, date le teorie sul rischio e sulla probabilità. “L’avversione all’ambiguità ci dice che preferiamo correre rischi riguardo a contesti familiari piuttosto che ad altri basati su informazioni sconosciute“, ha aggiunto. Roncaglia ha precisato che i gestori del rischio dovrebbero essere consapevoli che la voglia di investire nella preparazione è drasticamente ridotta quando la minaccia non è chiara e non è presente.

Secondo il virologo Dennis Carroll, nonostante i paesi più industrializzati del mondo abbiano le risorse e le conoscenze per affrontare la nuova epidemia, hanno subito <<un disturbo da deficit di attenzione su scala globale>>”, ha aggiunto.

Ma ha ricordato che il mondo delle assicurazioni ha risposto alla crisi del Covid-19 in tempi relativamente brevi. Ad esempio, i Lloyd’s hanno recentemente pubblicato alcuni suggerimenti per aiutare il settore assicurativo ad accelerare la ripresa economica e sociale globale.

Il rapporto dei Lloyd’s – “Supportare la ripresa globale e la resilienza per i clienti e le economie: la risposta assicurativa al Covid-19” – cerca di affrontare le sfide a breve, medio e lungo termine che i clienti dovranno affrontare a causa della pandemia.

Le proposte includono misure precauzionali per potenziali nuove ondate di Covid-19, costruendo una maggiore resilienza che contempli supply chain globali, economie digitali e precauzioni per mitigare le catastrofi imminenti. Per affrontare le numerose e complesse sfide che ci attendono, il rapporto definisce tre framework open source, due dei quali richiedono partnership tra governo statale e assicuratori / riassicuratori. Due framework (ReStart e Recover Re) sono progettati per fornire protezione contro ulteriori ondate di Covid-19 o altre future pandemie. Il terzo (Black Swan Re) mira a migliorare la resilienza dell’azienda contro futuri eventi catastrofici sistemici“, ha spiegato Roncaglia.

SUPPLY CHAIN

Roncaglia è convinto che la pandemia abbia evidenziato molti problemi nelle supply chain. “Le aziende che utilizzano i piani di gestione del rischio della catena di approvvigionamento hanno avuto minori ripercussioni e risultati più controllabili”, ha aggiunto.

Guardando al futuro, ci concentreremo sulla creazione di piani di riserva per la fornitura, con un accorciamento della catena di fornitura per renderla più veloce e più controllabile. La moderna evoluzione delle catene del valore ha spinto sempre più le aziende a rendere <<orizzontali>> la propria supply chain, delegando parti crescenti delle loro attività principali a fornitori a più livelli, in grado di raggiungere notevoli economie di scala o di scopo“, ha affermato Roncaglia.

Il fenomeno della globalizzazione progressiva che ha coinvolto anche le imprese medio-piccole aprendosi ai mercati internazionali, ha portato anche le aziende ad adottare politiche di global sourcing proprio per trovare quei fornitori in grado di garantire quelle economie mondiali. Di conseguenza, è comune trovare aziende in cui più dell’80% del fatturato potrebbe essere costituito da materiali acquistati i cui fornitori si trovano in aree molto remote del pianeta. Queste progressive trasformazioni delle supply chain, tuttavia, hanno influito anche sulla loro stabilità, generando catene di approvvigionamento extra lunghe e quindi meno trasparenza e meno controllo”, ha proseguito il broker.

Roncaglia ritiene che la gestione del rischio di approvvigionamento potrebbe diventare uno strumento chiave per le aziende per prevedere possibili scenari in situazioni critiche. “Ad esempio, l’analisi del rischio del paese in cui si trova l’azienda fornitrice può evidenziare non solo la necessità di un fornitore di riserva, ma anche la necessità di attivare forse altre partnership, locali o internazionali”, ha affermato.

Di fronte al Covid-19, Roncaglia ha osservato che le aziende che hanno adottato strumenti per monitorare la propria rete di fornitura sono state in grado di restare in contatto ed evitare interruzioni, grazie alla conoscenza completa e chiara della loro configurazione di fornitura. “Al contrario, le aziende che non introdurranno strumenti del genere all’interno delle loro organizzazioni potrebbero dover allocare tempo e risorse significativi per capire quali impatti e danni sono stati causati durante un blocco”, ha aggiunto.

“Per affrontare il post-emergenza e la nuova normalità, le aziende devono ridisegnare la loro catena di fornitura di prodotti e servizi. Le supply chain potrebbero diventare meno globali e più locali, per garantire maggiore velocità e, soprattutto, trasparenza e controllo. La continuità della catena di fornitura sarà essenziale e le filiere corte sono più veloci, più trasparenti e più prevedibili”, ha continuato.

Roncaglia ha affermato che la crisi del Covid-19 ha costretto i broker a ripensare una parte importante del loro lavoro. “Mi riferisco in particolare al contatto con i clienti, spesso limitato e che avviene attraverso incontri online e comunicazioni telefoniche. Tuttavia, è fondamentale continuare a garantire la qualità del servizio di consulenza”, ha spiegato.

La consulenza di un broker in questa situazione di emergenza è fondamentale per guidare i clienti nella mitigazione dei rischi emersi e per consigliarli nella scelta delle coperture assicurative, nuove ed esistenti, più adatte al trasferimento del rischio residuo. Uno studio e un’informazione continui sono oggi più che mai necessari per individuare e valutare le proposte che le aziende più reattive immetteranno sul mercato e per razionalizzare le proposte e gli interventi normativi nel settore assicurativo”, ha aggiunto.

 

(Fonte: Commercial Risk Europe, Vol. 11, September 2020)