Il mondo dell’automotive è tra i settori d’industria maggiormente in grado di beneficiare, già nel breve-medio termine, dell’adozione di soluzioni basate su blockchain. La blockchain, tecnologia che è “il nucleo” dei Bitcoin ma che successivamente è andata oltre le valute virtuali, si presenta come un “registro di transazioni” decentralizzato. Consente agli utenti di verificare e proteggere in modo autonomo le transazioni senza necessità di intermediari e, di conseguenza, permette di accelerare i processi aziendali. Una ricerca promossa da IBM mostra però come ad un alto livello d’interesse corrispondano ancora poche concrete attività. Ma alcuni pionieri, fiduciosi nelle proprie capacità e in quelle dei loro partner, stanno aprendo la strada.
LA GALASSIA DELL’AUTOMOTIVE
L’automotive è un sistema produttivo tra i più articolati. Lo è in senso verticale, con stabilimenti dislocati in più Paesi che producono componenti poi inviati e assemblati sotto vari marchi in altri centri, anch’essi distribuiti sul territorio – e lo è in senso orizzontale, con un’intricata rete di partnership e accordi che vede componenti vitali prodotti da grandi industrie specializzate e indipendenti; componenti forniti dalle tante fabbriche dell’indotto ed infine componenti d’ogni genere scambiati tra produttori OEM.
La produzione è a sua volta solo una parte di un grande ecosistema che vede differenti realtà, dai concessionari alle officine autorizzate, dalle finanziarie ai trasportatori e, non ultimi, agli stessi acquirenti dei veicoli prodotti, in una rete di rapporti spesso interdipendenti.
È inevitabile che una tale complessità crei spazi per inefficienze operative, specie nella gestione della supply-chain, della logistica e dei contratti con partner e fornitori. Sono proprio queste le aree dove la tecnologia blockchain offre strumenti trasparenti e sicuri per condurre le operazioni. Per di più, la blockchain consente di sviluppare nuovi tipi di business da affiancare alla semplice vendita del veicolo. Per esempio, fornisce agli acquirenti i dati relativi all’impiego del mezzo nel suo ciclo di vita, così che le aziende di trasporto pubblico e in genere chiunque gestisca flotte aziendali, di noleggio o di car sharing possa conoscere chi e come sta guidando il veicolo sotto tracciamento.
LA RICERCA: SCENARIO, VANTAGGI E PIONIERI
Per sondare la fondatezza di queste considerazioni e valutarne le prospettive, l’IBM Institute for Business Value ha di recente condotto, in collaborazione con la società di analisi Oxford Economics, un’approfondita indagine nel settore. Sono stati intervistati 1.314 senior executives, per il 38% produttori e per il 62% fornitori, ugualmente distribuiti in base al volume di veicoli prodotti in Cina, Giappone, Sud Corea, India, Francia, Germania, Regno Unito, Messico, Brasile e Stati Uniti, altrettanto equamente distribuiti in dieci aree d’operazione. Di queste, otto sono comuni ad ogni manifattura: Ict, finanza, ricerca e sviluppo, produzione, supply-chain, marketing, vendita e post-vendita; due sono invece proprie dell’automotive e alquanto nuove: mobility services, sull’uso dei mezzi a fini pubblici, e connected car, sulle attività derivanti dall’IoT applicata ai veicoli.
Il primo risultato emergente dall’indagine è che oltre il 60% degli intervistati vede le blockchain come un’opportunità capace di rivoluzionare l’automotive nel giro di tre anni, specie nel creare nuovi servizi e nuove fonti di guadagno dalla sinergia con le reti di business già consolidate. Inoltre vi sono alcune aziende che mostrano un’ottima conoscenza sia della tecnologia sia delle sue opportunità. Questi “pionieri” sono solo il 15% di tutte le imprese analizzate, ma sono per l’80%tra i produttori. Data la forza trascinante e contrattuale dell’OEM nell’ecosistema automotive, è credibile, come afferma il 54% di questi pionieri, che l’implementazione della blockchain su larga scala possa avvenire entro tre anni.
COSA SERVE PER FARE LA “RIVOLUZIONE” BLOCKCHAIN NELL’AUTOMOTIVE
Per la metà degli intervistati (55% dei produttori e 47% dei fornitori) i primi vantaggi della blockchain, nel termine di due-tre anni, si vedranno in un salto di livello nell’efficienza operativa della gestione del business, dovuta in primo luogo, come ovvio, alla qualità delle informazioni – e non solo alla loro quantità. Attraverso il registro comune della blockchain, con una versione condivisa unica, aggiornata e sicura dei contratti e del loro iter di attuazione, si eliminano i problemi delle informazioni incomplete, inconsistenti o inaccessibili, frequenti nella supply-chain e ancor più nella logistica. Stesso discorso per le transazioni finanziarie, complicate dalle normative dei Paesi nei quali l’ecosistema di un OEM si trova ad operare. Inoltre la sicurezza propria della blockchain ridurrà il rischio della violazione di dati sensibili relativi sia ai produttori sia ai clienti, un rischio che costa e che danneggia la reputazione delle aziende.
COSA SI MUOVE ALL’ORIZZONTE
Su una scala temporale un po’ più lunga, ma sempre nel giro di tre-quattro anni al più, vi sono i vantaggi, per così dire strategici, che il 56% dei produttori e il 52% dei fornitori si attende dallo sviluppo di nuove aree di attività, abilitate dall’information management e soprattutto dalla trasparenza e sicurezza dei rapporti tra le parti dell’ecosistema, garantite dalla blockchain. Almeno la metà degli intervistati ritiene che le soluzioni blockchain avranno un grande impatto sulla gestione delle flotte aziendali, dei noleggiatori e sui servizi di mobilità. Questa stima non vede grandi differenze tra i vari Paesi ma piuttosto una significativa prevalenza degli OEM (coinvolti nella destinazione finale dei veicoli) rispetto ai fornitori. Questi ultimi però entrano in gioco nell’interessante sviluppo previsto per il business dell’in-vehicle marketplace, cioè delle transazioni di e-commerce fatte per mezzo dei sistemi infotainment di bordo, che stanno diventando standard anche su auto medie. Lo scopo è permettere a chi passa ore in automobile di fare acquisti on-line tramite un accesso internet in tecnologia 4G, criptato e sicuro, fornito come servizio extra.
IL NODO DELLA QUESTIONE
Secondo l’indagine di IBM, le industrie pioniere hanno una maggiore fiducia nell’engagement e nella preparazione tecnica e organizzativa delle figure coinvolte nel loro ecosistema. Questa affermazione trova conferma nel grado d’importanza rispetto al successo di un progetto blockchain che gli intervistati attribuiscono agli attori in causa. Sebbene l’85% dei pionieri dica di voler avere il controllo sulle proprie reti di business, il divario tra l’importanza data a tutte queste figure rispetto a quella data dagli altri OEM e dai fornitori mostra come nessun vero pioniere creda in realtà di poter fare da solo. Come in molti altri temi qui analizzati, l’integrazione della filiera è il fattore strategico decisivo per il successo.
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