Le catastrofi naturali hanno un costo economico pesantissimo: le perdite globali complessive derivanti da disastri naturali tra il 2005 e il 2015 sono state superiori a 1,3 trilioni di dollari, con perdite dirette totali nell’ordine di 2,5 trilioni di dollari dal 2000; la serie di grandi uragani e altri disastri naturali nel 2017 ha segnato il record delle perdite assicurate di 138 miliardi di dollari; le perdite economiche complessive derivanti da disastri naturali nel 2017 sono ammontate a 340 miliardi di dollari, la seconda cifra annuale più alta di sempre.
IL QUADRO CAMBIA
Le compagnie di assicurazione in genere basano i loro modelli sul passato, ovvero su ciò che è accaduto in una particolare regione negli ultimi decenni – e ha funzionato, almeno finora.
Il settore assicurativo è pronto a gestire le catastrofi naturali. Infatti la tecnologia più sofisticata ha reso i modelli sempre più precisi, individuando i fattori di rischio anche per determinate aree.
Ma con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici, anche le aree interne che una volta erano considerate relativamente sicure stanno diventando più esposte alle inondazioni. I cambiamenti climatici hanno cambiato l’equazione, rendendo il passato non più indicativo del futuro.
L’uso dei modelli storici per le assicurazioni inizia a non essere più valido.
LA GESTIONE DEL RISCHIO
Ciò che rende così unico il rapporto del settore assicurativo con il cambiamento climatico è il fatto che l’industria si basa sul concetto di gestione del rischio.
Considerato che il cambiamento climatico è uno dei maggiori rischi globali, gli assicuratori ne risentiranno in modo significativo. Possiamo identificare una principale area chiave di rischio per il settore assicurativo: l’impatto fisico.
L’impatto fisico si riferisce alla crescente frequenza e gravità degli eventi meteorologici estremi in tutto il mondo. I tipi specifici di eventi meteorologici includono uragani, precipitazioni estreme, trombe d’aria, frane, fanghi, siccità, incendi, ondate di calore, inondazioni improvvise e innalzamento del livello del mare.
A parte l’impatto umano, che può essere devastante, c’è il costo sostanziale di riparare il danno causato da tali eventi. Il costo di riparazione per l’uragano Katrina nel 2005 è stato stimato in 76 miliardi di dollari. Nel 2016, secondo Munich Re Insurance, le perdite dovute a calamità naturali in tutto il mondo hanno totalizzato 136 miliardi di dollari, di cui solo 34 coperti da assicurazione.
Un altro effetto collaterale dei modelli meteorologici imprevedibili è che si scontreranno con le previsioni necessarie per il business. Le compagnie di assicurazione attualmente si basano su record storici di perdite come mezzo per guidare i rischi di sottoscrizione e di pricing. Tuttavia con il clima che agisce in un modo sempre più difficile da prevedere, i dati storici cominciano a perdere valore.
IL RISCHIO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI
I combustibili fossili sono stati a lungo considerati una “scommessa sicura” fino a quando gli scienziati del clima non hanno dichiarato che la maggior parte di tutte le riserve conosciute doveva rimanere nella terra se l’umanità dovesse limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C. Il rischio risiede nel fatto che gli investimenti in carbone, petrolio e gas potrebbero potenzialmente subire un’improvvisa e inattesa diminuzione di valore in una fase storica in cui la società mette in atto misure per impedirne l’uso.
Che si tratti di un calo della domanda, di una nuova legislazione o della minaccia di azioni legali, la velocità e il modo imprevisto in cui questi fattori potrebbero prendere piede potrebbero, a un certo punto in un futuro non troppo lontano, compromettere la redditività della maggior parte degli investimenti nei combustibili fossili.
LE SOLUZIONI
Questo potenziale si trova in due aree chiave. La prima riguarda la significativa influenza finanziaria del settore. Con la cessione della grande maggioranza delle loro risorse di combustibili fossili, l’industria può accelerare il processo di de-carbonizzazione passando alla tecnologia a basse emissioni di carbonio, riducendo sensibilmente le possibilità della società di evitare gli effetti di catastrofici cambiamenti climatici.
La seconda area si riferisce a ciò che l’industria richiede di assicurare, o meglio, non assicurare. Il carbone è stato evidenziato come quello tra tutti i combustibili fossili che genera non solo circa la metà della CO2 mondiale, ma anche dell’inquinamento atmosferico.
IL PESO DEI CONSUMATORI
L’opinione pubblica ha ora fermamente spostato la propria posizione sulla sostenibilità.
Guardando ai settori industriali di riferimento, la ricerca condotta da Asset Owners Disclosure Project ha evidenziato che uno su quattro fondi pensione sta intraprendendo azioni concrete per cercare compagnie assicurative con cui gestire il rischio climatico nel proprio portafoglio.
Nel settore dell’energia, un numero crescente di start-up si concentra su ciò che i consumatori vogliono sempre più: il 100 percento di energia verde a prezzi accessibili. Questa è un’ulteriore prova del fatto che più consumatori vogliono servizi che non contribuiscono al cambiamento climatico.
Una recente ricerca del sito Web di comparazione dei prezzi Compare the Market ha evidenziato il fatto che tre quarti dei consumatori sono disposti a spendere di più con un fornitore che utilizza solo fonti rinnovabili, rispetto a un fornitore che utilizza fonti non rinnovabili.
Non ci sono rischi attualmente peggiori rispetto ai cambiamenti climatici, il che rende l’industria costruita sulla gestione del rischio stesso in una posizione unica per guidare il cambiamento. In sintonia con le tendenze dell’industria e dei consumatori, il settore assicurativo può fare una differenza sostanziale e globale per il futuro.
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