Se in Italia c’è una fonte di grandissimo rischio, ma anche di incredibile indifferenza, allora parliamo del rischio sismico. Bastano due soli numeri a raccontare tutta la storia: il 78 per cento degli edifici italiani sorge in aree a rischio sismico, idrogeologico o climatico, ma solo il 2 per cento è coperto da una qualche forma assicurativa. E poi: sei dei dieci terremoti più devastanti registrati in Europa tra 1970 e il 2016 sono avvenuti in Italia e ogni anno riparare i danni catastrofali costa alle nostre finanze circa 3 miliardi di euro. Con un sistema di incentivi si potrebbero alleggerire le finanze pubbliche da questi costi, ottenendo anche una tutela più efficiente del patrimonio privato. La conferma concreta dell’effetto positivo della copertura assicurativa è il confronto tra la rapidità dei tempi della ricostruzione in Emilia, dove, si è intervenuto prontamente sugli immobili danneggiati perché in larga parte coperti da assicurazioni.
IL CONTO DEI DANNI CATASTROFALI
2,9 miliardi di dollari è la cifra a cui ammonta, secondo una stima preliminare, l’esborso che Swiss Re dovrà sostenere per pagare i sinistri derivanti da eventi catastrofali, sia di origine naturale sia umana avvenuti nel 2018. È quanto ha fatto sapere lo stesso riassicuratore svizzero sottolineando che solo nel quarto trimestre dello scorso anno il costo dei sinistri da catastrofe naturale ammonterebbe a circa un miliardo di euro. In particolare, nel periodo tra ottobre e dicembre, gli incendi in California da soli potrebbero costare 375 milioni di dollari, mentre i danni generati dall’uragano Michael dovrebbero presentare un conto di 150 milioni e le conseguenze dei tifoni Jebi e Trami in Giappone porteranno a un esborso di 320 milioni. Per quanto riguarda le catastrofi provocate dall’uomo, la perdita di un satellite, un grande incendio ad un impianto industriale in Germania e un ulteriore aumento dei costi stimati per l’inondazione della diga di Ituango in Colombia dovrebbero aver determinato oneri per 300 milioni di dollari. Per quanto riguarda invece l’intero mercato assicurativo, Swiss Re stima il valore delle perdite assicurate nel 2018 in ben 81 miliardi di dollari.
LA MAPPA DEI RISCHI DEI COMUNI ITALIANI
L’Istituto Nazionale di Statistica e Casa Italia, Dipartimento della Presidenza del Consiglio, rendono disponibile la mappa sui rischi naturali in Italia (http://www4.istat.it/it/mappa-rischi) aggiornato alla data del 30 giugno 2018, con riferimento ai nuovi dati e indicatori disponibili e alla geografia comunale.
L’obiettivo è quello di fornire un quadro aggiornato dei Comuni Italiani con variabili e indicatori di qualità, che permettono una visione di insieme sui rischi di esposizione a terremoti, eruzioni vulcaniche, frane e alluvioni, attraverso l’integrazione di dati provenienti da varie fonti istituzionali, quali Istat, INGV, ISPRA, Ministero per i beni e le attività culturali.
Per ciascun Comune i dati sul rischio sismico, idrogeologico e vulcanico sono corredati da informazioni demografiche, abitative, territoriali e geografiche.
COME ASSICURARE LE IMPRESE DAI DANNI CATASTROFALI
I danni catastrofali sono eventi che possono occorrere anche ad aziende considerate “a basso rischio” (basta un banale incendio in un piccolo supermercato). È fondamentale che le polizze abbiano massimali elevati perché anche piccoli sinistri possono comportare costi diretti e indiretti particolarmente ingenti. La consulenza professionale dell’agente può fare la differenza sia in termini di sensibilizzazione delle imprese rispetto all’adeguatezza delle proprie coperture sia in fase di gestione del sinistro.
Per mettere a fuoco la situazione, bisogna fissare quattro punti essenziali per le imprese. 1) Rispetto ad altri eventi l’entità dei danni in questi casi è spesso fatale per l’impresa; 2) per il futuro questi fenomeni estremi sono previsti in aumento; 3) i tassi (quindi i premi) per assicurarsi sono in aumento ed infine 4) purtroppo, lo Stato non riesce più a sostenere economicamente e in modo concreto le aziende colpite.
Le imprese che si affidano ai Risk Manager, o che hanno l’accortezza di valutare l’impatto di un danno catastrofale, possono contare oggi su una serie di strumenti di analisi per quantificare il patrimonio, definire l’impatto strategico di un sito e decidere come operare per prevenire o trasferire il rischio.
I fatti recenti, come il terremoto in Emilia Romagna, dimostrano purtroppo che la cultura della gestione del rischio sismico non appartiene alla maggior parte delle aziende. In questo campo, le compagnie assicurative possono svolgere, con adeguati strumenti e competenza, un importante ruolo di sensibilizzazione per impedire che il 40% delle aziende che subiscono un blocco di tre mesi dell’attività falliscano entro due anni dall’evento critico.
IL VALORE DEL RISK MANAGEMENT PER LE IMPRESE
Le gestione del rischio passa per prima cosa dalla capacità di prevederlo: da questa presa di coscienza conseguono le azioni di prevenzione e le diverse forme di tutela. Parlando di catastrofi naturali, e in particolar modo di terremoti, risulta oggi evidente come si stiano affinando gli strumenti di analisi forniti dalla scienza a scopo di prevenzione. Ma deve consolidarsi la cultura della tutela del rischio legato a disastri naturali e del valore di una struttura di risk management.
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