I criteri ESG, acronimo per Environmental, Social e Governance, sono un innovativo metro di valutazione di imprese e organizzazioni, a cui – in particolare negli ultimi anni – si sta prestando particolare attenzione. Questo perché i criteri ESG sono utili a determinare qual è l’impatto ambientale, sociale e di governance delle imprese, ormai sempre più orientate verso la sostenibilità del proprio business.
I criteri Environmental, Social e Governance permettono, quindi, di classificare le aziende in base alla loro conformità con i parametri stabiliti e allo stesso tempo permettono di valutare la bontà di un investimento puntando anche al valore che le aziende producono per il beneficio di ambiente e società.
Ma in che modo i fattori ESG possono influenzare l’universo assicurativo?
Le imprese di assicurazione e riassicurazione sono attori “chiave” del sistema economico alla luce della loro funzione tipica di assunzione dei rischi, che fornisce protezione a famiglie e imprese, minimizzando gli effetti di eventi non prevedibili (shock absorber), e alla luce del loro ruolo di investitori istituzionali, che consente di canalizzare le risorse finanziarie verso investimenti di lungo termine supportando la transizione verso un’economia sostenibile.
I SINGOLI FATTORI ESG
Il cambiamento climatico è chiaramente uno dei rischi ESG di più alto profilo e politicamente più attuale. Normalmente viene scomposto in tre componenti di rischio: fisico, di transizione e di responsabilità. Ecco una breve descrizione di ciascun aspetto.
I rischi derivanti dai cambiamenti climatici più evidenti e diretti sono quelli fisici. Ne sono un esempio rischi, costi e perdite tangibili derivanti da alluvioni, incendi, tempeste, ecc., che hanno già un impatto notevole sul settore assicurativo globale. Il 2017 e il 2018 sono stati anni particolarmente sfidanti per l’industria assicurativa. A parte l’evidente impatto sulle richieste di risarcimento, questi eventi incidono sui prezzi degli asset e sulle valutazioni immobiliari in generale e provocano un aumento del rischio di credito negli anelli più in basso della catena. Alla luce di ciò, i modelli che si utilizzano per valutare sia l’attivo che il passivo dei bilanci delle società assicurative sono destinati a cambiare, non solo per adeguarsi ai cambiamenti climatici, ma anche ai cambiamenti a lungo termine, per esempio, della morbilità e della mortalità, nonché per far fronte a correlazioni potenzialmente crescenti e al calo dei benefici della diversificazione.
La seconda componente è il rischio di transizione, che si riferisce ai costi e all’impatto dei cambiamenti indotti dal nuovo assetto climatico.
Quali saranno i fattori scatenanti del cambiamento? In alcuni casi, saranno le autorità di regolamentazione a imporre i cambiamenti, mentre in altri la spinta arriverà da un’innovazione tecnologia o da eventi fisici. Spesso, però, potrebbero semplicemente essere i cambiamenti nelle preferenze degli investitori o dei consumatori a ridurre la domanda di prodotti, servizi e beni di alcune aziende.
Intanto, un dato è certo: con un punteggio di 8,4 su 10 le assicurazioni italiane dominano quelle di tutti gli altri Paesi in termini di attività volte a limitare o ridurre il loro impatto ambientale e si comportano bene anche nella gestione dell’energia e nell’attività sui cambiamenti climatici. È quanto emerge dall’EY Sustainable Finance Index, il benchmark globale che confronta oltre 1.100 società di servizi finanziari (banche, assicurazioni, società di gestione patrimoniale e del risparmio) in tutto il mondo in relazione ai parametri ESG e alla qualità dell’informativa sulla sostenibilità. L’Indice EY classifica i progressi dei diversi Paesi nel loro percorso verso la sostenibilità, assegnando un punteggio da 1 a 10; inoltre, misura l’ampiezza e il dettaglio dell’informativa relativa alle attività ESG esprimendo una percentuale di copertura dei parametri inclusi nell’indice.
Non va poi dimenticato il rischio di responsabilità, per esempio il costo delle richieste di risarcimento danni. Tale rischio interessa alcune compagnie di assicurazione come diretto risultato degli impegni sottoscritti, ma anche, ovviamente, come risultato dell’impatto sul prezzo di mercato dei loro investimenti in generale.
PCA resta al fianco dei suoi interlocutori per monitorare, aggiornare e confrontarsi su queste dinamiche e fornire una consulenza strategica tempestiva e a tutto campo.
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