Fino a poco tempo fa questi scenari non sembravano appartenere all’Italia: trombe d’aria che si manifestano all’improvviso, bombe d’acqua che bloccano la mobilità, allagamenti, decine di abitazioni con tetti scoperchiati e interi centri abitati che vedono la loro vita quotidiana interrotta. Eppure parliamo dei danni della recentissima ondata di maltempo che si è scatenata sul nostro Paese.
Secondo il recente studio di Greenpeace, i danni degli eventi estremi collegati al clima sono pari a 20,3 miliardi in 7 anni. Oltre il 90% dei comuni è a rischio frane o alluvioni. Significa che il pericolo incombe su 7,5 milioni di cittadini. Dal 2015 al 2019 più di 28mila persone sono state evacuate a seguito di frane e inondazioni. I soldi impiegati in prevenzione sono stati pari a 2,1 miliardi, un decimo dei danni stimati.
L’ITALIA NEL MIRINO
Come purtroppo vediamo dalle scene dei telegiornali proprio in questi giorni, l’Italia è un paese esposto in modo rilevante alle calamità naturali: circa il 75% delle abitazioni private è esposta a un rischio medio-alto o alto di terremoto o alluvione. Nonostante ciò, il finanziamento pubblico alla ricostruzione del patrimonio immobiliare non è prestabilito per legge, ma deciso ex post mediante stanziamenti non pianificati, con risultati di norma inferiori alle attese, che peraltro, data l’errata convinzione di avere diritto a un ripristino totale a carico dello Stato, scoraggiano la scelta responsabile di assicurarsi con una copertura contro i danni da catastrofi naturali. Ad oggi, nel nostro Paese è vigente, sostanzialmente, un sistema assicurativo di tipo volontario, dal 1° gennaio 2018 incentivato dai benefici fiscali riconosciuti ai premi versati per polizze catastrofali a copertura di abitazioni private. La diffusione delle coperture è tuttavia ancora limitata, pari ad appena il 3,2% delle abitazioni.
26 miliardi di euro: per la messa in sicurezza del territorio italiano occorre questa somma, secondo una prima valutazione in base alle richieste arrivate al ReNDiS, il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo, che sono la base del rapporto “ReNDiS” lanciato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Il report sottolinea come il ministero dell’Ambiente abbia speso 7 miliardi di euro negli ultimi 20 anni per far fronte al dissesto idrogeologico del nostro Paese. Oltre 6mila i progetti finanziati, per la maggior parte riguardanti alluvioni (48%) e frane (35%).
Sulla base delle richieste caricate sulla piattaforma ReNDIS, l’Ispra stima in oltre 26 miliardi di euro la somma necessaria per la messa in sicurezza del territorio del nostro Paese.
LA GESTIONE DEL RISCHIO
Ciò che rende così unico il rapporto tra il settore assicurativo e il cambiamento climatico è il fatto che l’industria si basa sul concetto di gestione del rischio.
C’è una principale area chiave di rischio per il settore assicurativo: l’impatto fisico. L’impatto fisico si riferisce alla crescente frequenza e gravità degli eventi meteorologici estremi in tutto il mondo. I tipi specifici di eventi meteorologici includono uragani, precipitazioni estreme, trombe d’aria, frane, fanghi, siccità, incendi, ondate di calore, inondazioni improvvise e innalzamento del livello del mare.
A parte l’impatto umano, che può essere devastante, c’è il costo sostanziale di riparare il danno causato da tali eventi. Il costo di riparazione per l’uragano Katrina nel 2005 è stato stimato in 76 miliardi di dollari.
Un altro effetto collaterale dei modelli meteorologici imprevedibili è che si scontreranno con le previsioni necessarie per il business. Le compagnie di assicurazione attualmente si basano su record storici di perdite come mezzo per guidare i rischi di sottoscrizione e di pricing. Tuttavia con il clima che agisce in un modo sempre più difficile da prevedere, i dati storici cominciano a perdere valore.
In tutto questo le polizze contro i rischi catastrofali restano una rarità: in Italia solo il 4,5% degli immobili è assicurato contro le calamità naturali che includono frane, alluvioni o terremoti.
A questo punto, dato che i cambiamenti climatici rendono sempre più frequenti gli eventi catastrofici o comunque dannosi, l’Italia dovrebbe riflettere “sulla possibilità di introdurre, come altrove, forme di assicurazione obbligatoria, semi-obbligatoria o più efficacemente incentivata sui rischi legati a catastrofi naturali“. Lo afferma il presidente Ivass Luigi Federico Signorini. “Si tratta di riflettere – continua il presidente – sul modo migliore in cui la collettività può rispondere efficacemente a questi rischi, minimizzando ex ante i costi pubblici e privati, incentivando comportamenti responsabili, scongiurando per quanto possibile il cosiddetto “rischio morale”, accrescendo la probabilità di un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dei danneggiati, assicurando un grado sufficiente di mutualità e solidarietà tra cittadini“.
LA “CULTURA DEL RISCHIO” SECONDO PCA
Guardare al futuro e scrollarsi di dosso lo stereotipo del rischio imprevedibile e foriero di disastri. Questo è il dictat da imporsi.
Spesso infatti nell’immaginario collettivo il rischio appare come qualcosa di impossibile a prevedersi, estemporaneo, improvviso e fuori da ogni logica. Non è così. Ma per acquisire una matura consapevolezza del rischio non bastano le tecnologie più avanzate. Serve una cultura del rischio che in PCA stiamo costruendo e divulgando da oltre 30 anni.
Cultura del rischio vuol dire, praticamente, fare i conti, nel senso letterale del termine, con tutti i rischi che possono compromettere fino a bloccare definitivamente l’operatività di un’azienda. Vuol dire proiettarsi al futuro e trovare nel presente la lettura che anticipa il futuro.
Purtroppo, mai come in questo momento storico la cultura del rischio si rivela una risorsa vitale per le aziende.
PCA supporta il proprio Cliente nella valutazione del rischio meteo, climatico e ambientale correlato all’esercizio della propria attività, tramite un approfondito checkup ed una consulenza analitica, che consente di raggiungere una corretta consapevolezza e trasferire eventualmente il rischio attraverso la stipula di un’assicurazione tailor-made.
Per scoprire la nostra storia di innovazione e assistenza su misura del Cliente, vi invitiamo a consultare la nostra presentazione: link di download
Siamo sempre a vostra disposizione per una valutazione preventiva del rischio della vostra azienda: basta solo contattarci.
Grazie per l’attenzione!