Anche le imprese devono fare i conti con lo scenario di incertezza che si profila all’orizzonte, con le notizie che provengono dal conflitto ucraino-russo che non lasciano ipotizzare niente di buono. Lasciate alle spalle le preoccupazioni per la situazione sanitaria, adesso i timori arrivano dall’incertezza geopolitica. Un contesto così precario mette in evidenza, o rischia di far trascurare, la questione della sostenibilità ecologica delle imprese in quanto quest’ultima non pare rientrare nel novero delle priorità oggetto di dibattito in questo periodo.
Lo scenario che si sta stagliando all’orizzonte è sempre più incerto e, giorno dopo giorno, quanto ci viene restituito dai notiziari aggiunge preoccupazioni e timori per la situazione sanitaria, economica e politica. Il tema della sostenibilità delle aziende e del sistema economico e sociale pare passare in secondo piano. È ragionevole affermare che le cose non saranno più come prima in quanto gli scenari ed equilibri politici internazionali e, conseguentemente quelli economici, risulteranno notevolmente trasformati.
IL CONFRONTO CON IL PERIODO DELLA PANDEMIA
Anche il primo periodo della pandemia è stato contraddistinto da una fase iniziale di incertezza e di timore, dopo la quale, però, parecchie imprese si sono dimostrate in grado di ripartire, anche se in maniera graduale. Ciò è avvenuto grazie allo sviluppo della coscienza di una specifica vulnerabilità dovuta all’esposizione a fattori esterni che non si possono gestire e su cui non si può avere controllo. Per quel che riguarda la guerra in Ucraina, però, si impone una riflessione diversa. Sin dal primo momento ci si è accorti di quanto il conflitto potesse essere grave e causare problemi importanti, a differenza di quel che accaduto con la pandemia, che all’inizio è stata sottovalutata anche a causa delle scarse informazioni di cui si era in possesso.
…E LA SOSTENIBILITA’? DIVENTA “INDOTTA”
In questo nuovo schema di equilibri ci sarà quindi da chiedersi quale destino seguiranno alcune tematiche che erano all’attenzione della business community sino a pochissimo tempo fa e che apparentemente rischiano di essere messe in secondo piano: fra questi il tema della sostenibilità, e in particolare la parte riferibile agli aspetti ambientali e sociali, che ad una prima analisi potrebbe potenzialmente essere rimossa dalle priorità dell’agenda dei manager e delle istituzioni pubbliche.
La situazione può apparire simile a quella riscontrata nel primo periodo pandemico, ovvero di cambiamenti senza precedenti, clima di incertezza e instabilità, ma in realtà le aspettative sono diverse ipotizzando però uno scenario ottimistico secondo cui, come sottolineato in precedenza, possa ricostruirsi una situazione se non di pace quantomeno di cessate il fuoco entro le prossime settimane.
Ma vediamo perché e come.
Certamente per alcuni aspetti il quadro attuale somiglia in qualche modo a quello che sì è delineato nel primo periodo della pandemia; trascorso un primo periodo di timore e di incertezza, molte aziende infatti sono gradualmente riuscite a ripartire avendo maturato, fra le altre cose, una consapevolezza della loro vulnerabilità rispetto a fattori esterni che non possono controllare. Da questo punto di vista il maggiore avvicinamento ai temi della sostenibilità e la conseguente accelerazione sulla stessa che si è registrata negli ultimi 18 mesi, agevolata dalla maggiore pressione normativa sul tema, è stata la risposta fornita da parte degli imprenditori e delle aziende, come indicato nei risultati dello studio EY Seize the Change – Futuri sostenibili.
Si stanno quindi creando, in altre parole, le condizioni per una sostenibilità indotta, ossia una sostenibilità determinata dall’esigenza di soddisfare dei bisogni primari che prima non erano presenti nella scala dei valori che muovevano gli imprenditori più illuminati o avanzati su questo tema. È una situazione anomala in cui il contesto di emergenza, e relativi comportamenti indotti, e opportunità di sviluppo, derivanti sia da questi sia da una visione della sostenibilità come leva competitiva, si mischiano l’un l’altro creando un nuovo ordine da cui le aziende possono cogliere spunti per crescere e differenziarsi.
PCA resta al fianco delle aziende in un’analisi e consulenza strategica per individuare le forme di protezione più efficace in un contesto di instabilità internazionale e crisi energetica che complicano di parecchio la ricerca della sostenibilità. Tutto ciò afferma fortemente il valore di una sicurezza per le aziende capace di una visione completa dei rischi, del loro impatto e dei conseguenti strumenti di protezione.
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