In Italia nel 2050 vi saranno non solo più pensionati che lavoratori, ma anche 7 milioni di persone in più a totale carico del welfare, tra anziani non autosufficienti e nuovi poveri. Sono dati allarmanti quelli presentati nel Rapporto Think Tank “Welfare, Italia”.
Secondo i dati, già nel 2025 il sistema di protezione sociale potrebbe andare in crisi senza correttivi che appaiono sempre più necessari visto i correnti trend demografici che vedono una continua contrazione delle nascite che svuotano i comparti produttivi.
IL NEW DEAL, GRAZIE AL WELFARE AZIENDALE
Secondo gli estensori dello studio occorre un “Welfare New Deal” non solo a livello italiano ma europeo, incentivando l’adesione ai fondi pensione integrativi e sostenendo programmi che vedano i lavoratori over 55 farsi facilitatori nell’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni.
In particolare sono due gli obiettivi che si possono raggiungere grazie al welfare aziendale:
- Sostenere l’integrazione tra welfare pubblico e privato individuando le aree in cui il sistema privato può contribuire ulteriormente: il 52% dei contratti collettivi depositati presso il Ministero del Lavoro prevede misure di welfare aziendale; il 30% della forza lavoro (7,9 milioni di lavoratori) aderisce a forme di previdenza complementare; il 9% dei circa €40 mld della spesa sanitaria privata è intermediata da forme integrative e la restante parte finanziata dalle famiglie;
- Sostenere ed integrare il carattere universalistico della protezione sanitaria e previdenziale, sancito dalla Costituzione, anche attraverso l’intervento privato e l’ampliamento del welfare aziendale all’interno del tessuto produttivo nazionale.
I VANTAGGI DEL WELFARE AZIENDALE
In sintesi, il welfare aziendale si sta consolidando come soluzione strutturale per le medio-grandi imprese italiane. Buoni pasto, assistenza sanitaria, voucher e convenzioni per acquisti o servizi a prezzi scontati sono tra le misure generalmente più note al grande pubblico in materia di welfare aziendale. Ben più ampio è tuttavia l’insieme di iniziative attraverso cui, nella forma non tanto di denaro quanto piuttosto di beni e servizi a integrazione del sistema retributivo monetario, le aziende possono farsi carico dei bisogni dei propri dipendenti e dei loro familiari. Così le aziende assumono una funzione d’integrazione sussidiaria dalla valenza anche sociale. Funzione il cui valore è peraltro riconosciuto anche dallo Stato, che consente pertanto, pur sempre entro i limiti fissati dalla legge, la detassazione dei servizi eventualmente forniti dall’azienda.
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