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Il Welfare fa crescere le aziende

IL WELFARE FA CRESCERE LE AZIENDE
IL WELFARE FA CRESCERE LE AZIENDE

L’indagine Welfare Index PMI ha messo a fuoco il terzo rapporto annuale sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane.

Il welfare di una volta era sostanzialmente asilo, palestra, buoni pasto. Oggi il welfare deve tenere conto anche del benessere dei dipendenti e della loro produttività – perché oggi vige la nuova formula: più benessere uguale più fatturato. Dipendenti più felici sul luogo di lavoro grazie all’esperto family friendly, ma anche mamme contente di mantenere lo stipendio al 100% durante la maternità. C’è poi chi propone check up sanitari gratuiti e benefit salute e, ancora, chi ha introdotto l’università in azienda per la formazione dei giovani dipendenti. Il welfare aziendale migliora il benessere dei dipendenti e aumenta la produttività delle imprese.

Welfare Index PMI vuole intercettare proprio questo tipo di situazione e analizzarne le strutture, le dinamiche e gli sviluppi più virtuosi.

Il dato più interessante è la stretta correlazione tra il miglioramento del benessere, la soddisfazione dei lavoratori e la crescita della produzione aziendale: questi fattori secondo il 42,1% delle imprese sono l’obiettivo numero uno nelle scelte di welfare. Infatti il 35,6% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver incrementato la propria produttività come conseguenza di una maggiore soddisfazione dei lavoratori.

Questo vale ancor di più per le aziende molto attive nel welfare: il 63,5% conferma di aver ottenuto un incremento produttivo. Nei prossimi 3-5 anni, il 52,7% delle Pmi si propone un’ulteriore crescita del welfare aziendale, in particolare negli ambiti di: salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale.  Perciò le piccole medie imprese sono oggi sempre più protagoniste del cambiamento sociale e crescono sensibilmente le aziende attive nel welfare.

 

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LE NOVITA’ DI QUEST’ANNO

  • Rispetto alle 22 del 2017, sono salite a 38 le aziende che hanno raccolto il punteggio più alto, 5W – il cosiddetto “Welfare Champion” – che viene assegnato alle imprese attive in almeno 8 aree, che offrono storie d’eccellenza, che si contraddistinguono per aver attuato un ampio ventaglio di iniziative per il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, spesso attraverso soluzioni originali e innovative.
  • Inoltre, secondo il rapporto, sono raddoppiate negli ultimi tre anni le imprese “molto attive” nel welfare aziendale su almeno 6 aree: da 7,2% a 14,3%. Invece oltre il 41% è attivo in almeno 4 delle 12 aree di welfare aziendale.
  • Ancor di più, tra le aziende molto attive nel welfare, il 63,5% afferma di aver ottenuto un incremento della produttività. E nei prossimi 3-5 anni, il 52,7% delle Pmi si propone un’ulteriore crescita del welfare aziendale, in particolare negli ambiti di: salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale.

 

TRE PUNTI CHIAVE STRATEGICI

Dai dati del Rapporto Welfare Index PMI 2018 emergono tre priorità per il Paese e per le imprese che possono trovare soluzione grazie al welfare aziendale: salute e assistenza, conciliazione vita e lavoro, giovani, formazione e sostegno alla mobilità sociale.

  1. La salute e l’assistenza

La ricerca 2018 evidenzia che il 42% delle imprese attua almeno un’iniziativa nella macro area della salute e assistenza; era il 32,2% nel 2016. Un terzo delle imprese considera prioritario investire nei prossimi 3-5 anni nella sanità e nell’assistenza a beneficio dei dipendenti e dei loro familiari, garantendo attraverso il welfare aziendale l’accesso alle cure e ai servizi di prevenzione e sostenendo le famiglie con servizi di assistenza per gli anziani e per le persone non autosufficienti.

  1. La conciliazione vita e lavoro

È in corso un cambiamento organizzativo nelle aziende che comporta la rottura delle barriere tradizionali tra luoghi e tempi del lavoro e quelli della vita familiare. Le imprese che attuano misure di flessibilità sono più che raddoppiate negli ultimi due anni, passando dal 16,1% al 34,3%, un esempio è lo smart working, che può avere rilevanti impatti sia sulla produttività sia sul benessere delle persone, favorendo anche l’occupazione femminile.

  1. I giovani, la formazione e il sostegno alla mobilità sociale

Al primo posto tra le priorità indicate dalle imprese per lo sviluppo del welfare aziendale c’è la formazione ai dipendenti: non solo la formazione specialistica, ma anche l’acquisizione di competenze non direttamente necessarie alle mansioni professionali. Nel 2018 sono già il 38% le imprese con almeno un’iniziativa in quest’area.

METODOLOGIA DELLA RICERCA

Welfare Index PMI, realizzato da Generali Italia con la collaborazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), per il terzo anno ha analizzato il livello di welfare in oltre 4 mila Pmi italiane (che sono diventate circa il doppio rispetto al 2016) superando nei tre anni le 10 mila interviste.

L’indagine è il frutto di 10 mila interviste in 3 anni alle Piccole e medie imprese italianedei sei principali settori produttivi e fotografa il trend crescente del welfare aziendale grazie sia alle nuove norme di legge approvate nella scorsa legislatura che ai nuovi contratti nazionali di lavoro.

Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative delle imprese in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.

Tutte le imprese partecipanti all’indagine sono state classificate con un valore crescente da 1W a 5W, sulla base dell’ampiezza e del contenuto delle iniziative, dell’originalità e delle politiche di welfare:

  • 5W – Welfare Champion (ampiezza molto rilevante, almeno 8 aree, intensità elevate)
  • 4W – Welfare Leader (ampiezza rilevante, almeno 6 aree, discreta intensità)
  • 3W – Welfare Promoter (ampiezza superiore alla media, almeno 5 aree, più di una iniziativa per area)
  • 2W – Welfare Supporter (ampiezza media, attive in almeno 3/4 aree)
  • 1W – Welfare Accredited (welfare in fase iniziale, attive in meno di 3 aree).

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L’offerta welfare di PCA si basa su tre elementi fondamentali

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